GIARDINI PENSILI (parte seconda)

GIARDINI PENSILI IN ITALIA E IN EUROPA AI GIORNI D’OGGI

E’ a partire dagli anni ’60 che in molte zone d’Europa inizia ad espandersi la tecnica del verde pensile. Enormi capannoni industriali e aree degradate, potevano essere modificate in meglio creando vere e proprie aree verdi al di sopra delle coperture. Tutte le aree fortemente antropizzate subiscono i medesimi problemi, quali: inquinamento, problemi nel deflusso idrico, polveri nell’aria, rumori, ecc.

Per cercare di diminuire tutte queste problematiche è in questo periodo (anni ’70 e 80′) che gli stati del nord Europa, assieme a quelli dell’area centrali compresi Svizzera e Austria iniziano ad individuare nei giardini/tetti pensili il vero motivo per incentivarne il loro sviluppo ovvero la mitigazione ambientale. Se nel resto d’Europa, il verde pensile è ormai una realtà consolidata e ben sfruttata, così non si può dire per quanto riguarda il nostro paese. In Italia infatti, l’uso del verde pensile è ancora molto limitato, seppur in lenta crescita. Motivi di carattere economico e la poca conoscenza sono alla base di questo poco sviluppo nel nostro paese. Predisponendo degli incentivi e una maggior informazione capillare si avrebbe una maggior richiesta di intervento per i numerosi vantaggi di questa tecnica che unisce vantaggi per l’uomo e per l’ambiente.

GIARDINI PENSILI (parte prima)

LA STORIA

L’esempio principale, quando si pensa ai giardini pensili nella storia, è senza alcun dubbio quello relativo a Babilonia . L’imponente torre, che si ergeva per collegare la vita terrena dell’uomo con la vita spirituale nei cieli e raggiungere la vicinanza a Dio, rappresenta il punto d’inizio di quelli che oggi sono chiamati giardini pensili intensivi.

Di quest’opera non rimane molta traccia, tutto si basa sulla ricostruzione e ricerca basata sull’iconografia rinvenuta fino ai giorni d’oggi.

I giardini dovevano esser disposti su terrazzamenti, erano formati da vegetazione arborea, arbustiva ed erbacea. Il terreno su cui erano poste a dimora le piante si suppone fosse composto da uno strato drenante e lo spessore complessivo doveva raggiungere un metro o due. La cosa straordinaria era la capacità di riuscire a mantenere sempre verdi le piante, considerando che il clima del luogo non favoriva certamente la crescita se non si interveniva con irrigazioni frequenti. E’ per questo motivo che si suppose che tutta l’intera costruzione doveva essere stata pensata per far scorrere al proprio interno, tramite appositi canali, l’acqua per il fabbisogno delle piante e per gli ambienti interni. Babilonia e i suoi giardini furono commissionati da Nabucodonosor II (605-506 a.C.) per la moglie Aniti.

Altri esempi nella storia, relativi ai giardini pensili, sono quelli che si possono ricondurre alle tombe risalenti al periodo degli Etruschi (XI secolo a.C. in poi). Il terreno che veniva asportato per ricavare una tomba sotto terra, era poi utilizzato per coprire la parte superiore con vegetazione.

Oltre agli Etruschi, esempi di giardini pensili, si ebbero nel periodo romano con il mausoleo di Augusto, il mausoleo di Adriano a Roma, la villa dell’imperatore Adriano a Tivoli e le ville di Plinio il Giovane. A seguire, nel periodo medioevale, il giardino pensile si poteva ritrovare nei monasteri e nelle fortezze dei castelli. Essi svolgevano ruoli diversi da quelli estetici, nel primo caso i giardini erano utilizzati dai monaci come orti dove coltivare le molte essenze officinali, nel secondo caso invece erano semplicemente degli accumuli di terra ricoperta da vegetazione, a ridosso dei muri e dei bastioni, allo scopo di attutire i colpi d’arma da fuoco e prevenire danni strutturali. Le funzioni estetico-ornamentali calano ed aumentano quelle strettamente funzionali al luogo.

Mausoleo di Augusto

Successivamente il giardino pensile riacquisterà il suo valore ornamentale. E’ nel periodo, dal XV secolo sino alla seconda metà del XIX secolo, che la funzione estetica e ornamentale torna in auge.

Villa D’Este a Tivoli

 

Villa Aldobrandini a Frascati
la Reggia di Versailles a Parigi
il Palazzo Reale a Napoli
i giardini del Belvedere in Vaticano
il Castello di Collepardo a Frosinone

Se fino ad ora il giardino pensile racchiudeva un giusto equilibrio fra bellezza e funzionalità è nel 1865 che ne vengono, invece esposti i pregi a livello ambientale ed ecologico.

Fu un architetto tedesco a ribadire questo concetto. Il suo nome era Von Rabitz. In quel periodo, l’alto tasso di inquinamento industriale e la forte densità di aree antropizzate, fece evidenziare la necessità di individuare metodi che permettessero una maggior mitigazione ambientale e una miglior compensazione urbana.

Oltre a creare interi quartieri con al centro intere aree estese a parco, gli architetti e i progettisti, cercano di investire sulla creazione di aree verdi sui tetti degli edifici.