Bioarchitettura, bioedilizia, edilizia ecologica, edilizia compatibile, edilizia sostenibile, ecoarchitettura sono tutti sinonimi e stanno a significare la possibilità di costruire un edificio limitando al massimo l’impatto che provoca sull’ambiente circostante e offrendo a chi lo abita una residenza senza arrecare danni, intesi come disturbi di vario genere fino a vere e proprie malattie fisiche o psichiche.
Per vivere nel rispetto dell’ambiente naturale e urbano che ci circonda ognuno di noi può, e deve, contribuire per la parte che gli compete.
Tutte le figure e le istituzioni sociali hanno un peso sul rapporto uomo-ambiente che, se viene sottovalutato, provoca i disastri ecologici cui siamo chiamati a rimediare. Proviamo a prevenirli.
Qual è il ruolo di ognuno di noi nel rapporto con l’ambiente?
Il settore urbanistico/edilizio, prima di arrivare al singolo utente della singola abitazione, ha delle figure istituzionali deputate alla programmazione e al controllo. Quindi Regioni, Province, Comuni hanno il dovere di attuare una corretta pianificazione territoriale e di dotarsi di strumenti idonei per la realizzazione di una seria politica di sostenibilità ambientale con relativi controlli. I professionisti incaricati di redigere i progetti dovranno avere la sensibilità e la conoscenza della materia che li metta in grado di eseguire proposte coerenti con il rispetto dell’ambiente. Infine il cittadino: colui che vive negli edifici, li fa funzionare e si preoccupa della loro manutenzione non è meno responsabile dei precedenti soggetti.
La costruzione di un edificio provoca sempre un danno all’ambiente: dove prima c’erano piante, animali, zone umide, boschi, adesso ci sono edifici che producono rifiuti, consumano energia, acqua, suolo e inquinano l’aria. Considerando che abbiamo bisogno di edifici per abitare, per lavorare (non possiamo tornare nelle caverne dei primitivi!) facciamo in modo di gravare il meno possibile sul già grave inquinamento ambientale.
Arch. Anna Rita Guarducci |