CLIMA E ARCHITETTURA: architettura spontanea-bioclimatica (parte quarta)

 

5. LA CASA MEDITERRANEA

Per casa mediterranea intendiamo la costruzione diffusa attorno al bacino del Mediterraneo in una area che comprende la zona delle isole Greche, le coste dell’Africa del Nord, la parte sud della Spagna e dell’Italia e in parte della Francia. Nel modo di costruire in tutte queste diverse aree geografiche si ritrovano alcuni caratteri costanti derivanti dal dover affrontare un clima caldo con lunghi periodi secchi.

La tecnica costruttiva esclude per quanto possibile strutture lignee, generalmente difficili da reperire in loco.

  • Le murature sono realizzate in mattoni crudi, mattoni poco cotti, tufo o pietrame.
  • Gli spessori sono generalmente tra i 50 cm e 100 cm, in rapporto al differente carico sopportabile dai vari materiali indicati.
  • Le coperture sono su travature leggere in legno, o a volte in mattoni o conglomerati di calce o bitume.
  • I volumi sono del tipo chiuso, con scarse e piccole aperture verso l’esterno.
  • Nessuna sporgenza di gronda e rari aggetti costituiti per lo più da scale esterne al fabbricato.
  • Le pavimentazioni sono in terra battuta, impregnata con olio cotto o resina, o in piastrelle di terracotta.
Bacino del Mediterraneo con ambiti climatici mediterraneo (caldo con limitate precipitazioni) e semiarido (caldo con precipitazioni quasi assenti).

Il problema climatico fondamentale che questo tipo di edifici è chiamato a risolvere è quello connesso con un clima caldo e secco caratterizzato da cielo limpido per la maggior parte dell’anno. I mezzi usati per fare questo sono essenzialmente quattro:

  • Il colore bianco delle pareti e dei tetti, e qualche volta delle stesse strade (vedi Mikonos, ad. es.). Il bianco riflette circa il 70% della radiazione solare.
  • la distribuzione delle abitazione attorno a piccole corti (patios), con spazi ristretti tra casa e casa. Gli spazi così chiusi e ridotti creano ampie ombre, che sono incrementate con tende tese sulle corti. Questi spazi ridotti, hanno anche la funzione di trattenere l’aria fresca che si genera durante la notte per irradiazione delle superfici verso il cielo.
  • l’effetto rinfrescante dell’evaporazione dell’acqua di fontane, o giare installate nel patio, o dell’acqua spruzzata sulle pareti e sulle tende usate come schermature.
  • l’inerzia termica delle spesse strutture murarie su cui si aprono pochissime aperture e di misura ridotta.
Tipica costruzione mediterranea: Isola di Skos (Grecia);
Isola di Stromboli (Italia)

Da un punto di vista urbano si ha un tessuto caratterizzato da spazi comuni, strade e piazze, “scavati” nella massa compatta di un tessuto continuo di media altezza (2-4 piani). Si ottengono così zone esterne ombreggiate e che beneficiano della presenza di brezze che si incanalano lungo questi percorsi obbligati. I singoli edifici si schermano l’un l’altro esponendo complessivamente poca superficie alla radiazione solare.

Disposizione del tessuto urbano rispetto ai venti dominanti

La grande massa totale del sistema urbano attenua con la sua capacità termica le escursioni di temperatura. La direzione della trama urbana è spesso collegata all’allineamento con le brezze fresche del mare e ruotata rispetto ai venti caldi continentali. Maggiore è il rapporto fra altezza fronti degli edifici/larghezza spazio pubblico, minore è la temperatura nello spazio aperto e nell’edificio. Mano a mano che si scende di latitudine infatti, le strade diventano sempre più strette. E’ questo uno degli elementi caratteristiche del tessuto urbano islamico. Per un maggior controllo bioclimatico è possibile coprire la strade con sistemi di ombreggiamento fissi, permeabili al vento (pergole) oppure con sistemi mobili (tende).

Spazio di transizione, portico

L’architettura urbana mediterranea è caratterizzata poi della presenza di spazi di transizione, cioè spazi in cui le condizioni di comfort sono intermedie rispetto a quelle degli spazi chiusi e a quelle degli spazi aperti. Possiamo avere spazi di transizione pubblici (portici e calli), semipubblici (passaggi coperti) e privati (logge e verande).

 

Prof. Fabio Peron
Professore associato settore scientifico-disciplinare Ing-Ind 11 Fisica tecnica ambientale
Dipartimento di Progettazione e pianificazione in ambienti complessi
Università IUAV di Venezia

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