CLIMA E ARCHITETTURA: architettura spontanea-bioclimatica (parte ottava)

9. ARCHITETTURA IPOGEA – CLIMA CALDO SECCO

In climi caldi e secchi un’amplia famiglia di tipi architettonici utilizzano lo scambio termo-igrometrico con il terreno per stabilizzare la temperatura e per ottenere adeguate condizioni di comfort. Le temperature a circa 4-5 m di profondità si stabilizzano infatti alla temperatura media annuale dell’aria nella regione.

Sono costruzioni sotterranee presenti in diverse parti della terra. In area mediterranea si possono ricordare: la città sotterranea della Cappadocia in Turchia, gli insediamenti rupestri a patio di Mat-mata in Tunisia, le abitazioni rupestri spagnole e italiane.

Questa tipologia architettonica è nata per ragioni ambientali, sociali e storiche: protezione dai nemici e dal clima arido in Cappadocia; protezione dal clima arido nel sud della Tunisia. Gli insediamenti rupestri invece sono nati in tempi molto antichi come naturale prosecuzione delle prima forma di abitazione ossia della grotta abitata dall’uomo primitivo.

In Italia l’esempio più famoso sono i Sassi di Matera in Basilica, abitati fino agli anni ‘50.

Quest’ultimi sono definiti da:

  • diversità di forma (quadrata, rettangolare, ecc…) e di fronte di chiusura verso l’esterno;
  • variabilità dell’orientamento dell’affaccio;
  • poca presenza di acqua e verde (contrariamente all’architettura islamica);
  • varietà nell’uso degli spazi interni (funzione della coabitazione fra uomo/animali);
  • grande capacità termica, che attenua il caldo estivo e il freddo invernale;
  • la porta è l’unica apertura verso l’esterno (poca ventilazione e illuminazione naturale, elevata umidità interna).

Un particolare tipo di struttura ipogea presente in Italia è la cosiddetta “camera dello scirocco”. Risalenti al XVI e XVIII secolo, sono particolari ambienti sotterranei artificiali scavati nella roccia, sotto i palazzi in città, e soprattutto nelle ville e dimore di campagna. Si trovano soprattutto nelle ville intorno a Palermo e Catania e nell’architettura spontanea delle isole Eolie.

La funzione era quella di produrre fresco sfruttando la presenza di tre elementi fondamentali: la grotta artificiale, una sorgente d’acqua e un pozzo di ventilazione. Questi ambienti erano infatti frequentate durante il periodo estivo nei momenti in cui soffiava da sud-est il caldo vento dello scirocco. Esse erano collegate all’edificio principale attraverso condotti sotterranei spesso percorsi da acqua (per aumentare l’effetto di raffrescamento attraverso l’evaporazione). La volta di questi locali è realizzata in pietra ricoperta di terreno piantumato e garantisce una massa termica elevata e un efficace schermatura solare.

Le aperture sono costituite dalla porta d’ingresso e da pozzi di aerazione/illuminazione. La differenza fra temperatura interne ed esterne è notevole pari a 7-8°C.

Un interessante insediamento ipogeo si trova nel nord della Tunisia a Mat-mata. Le abitazioni sono organizzate intorno ad un ampia corte interamente scavata nella roccia che ha funzione di fulcro distributivo. Su di essa si aprono le diverse stanze adibite a camere da letto, cucina, deposito per le derrate alimentari. Queste tipo di abitazioni oltre che dalla intensa insolazione offre protezione anche dai venti carichi di sabbia provenienti dal deserto del Sahara.

Nella cosiddetta “cintura del loess” in Cina nelle regioni del Honnan, Shansi, Shensi, Kansu circa 10 milioni di persone vivono in abitazioni ipogee. Il loess è una roccia tenera e porosa originata dalla deposizione di polveri da parte del vento che può essere facilmente scavata. Grazie a questa sua caratteristica sono stati costruiti qui degli insediamenti molto ampi con struttura distributiva complessa organizzati in ogni caso intorno a corti (Rudofsky 1964).

 

Prof. Fabio Peron
Professore associato settore scientifico-disciplinare Ing-Ind 11 Fisica tecnica ambientale
Dipartimento di Progettazione e pianificazione in ambienti complessi
Università IUAV di Venezia

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