Sviluppate nelle città ai confini col deserto delle zone centrali ed occidentali dell’Iran, a partire dal ‘900 d.C. ed ancora in uso. Vengono utilizzate nei soli mesi estivi perché in inverno provocherebbero un eccessivo raffreddamento dell’edificio.
Il loro funzionamento è basato sull’inerzia termica delle murature della torre.
Le murature della torre si scaldano al sole durante il giorno, in assenza di vento quando la loro temperatura supera quella dell’aria interna la torre inizia a funzionare come un camino: l’aria all’interno dei suoi condotti si scalda e sale. All’inizio della notte l’aria che sale attraverso la torre richiama l’aria fresca esterna che entra attraverso porte e finestre.
Se invece c’è vento l’aria fresca notturna entra dalle aperture superiori della torre e scende verso l’interno dell’edificio scaldandosi lungo i canali della torre. Al mattino le murature della torre si trovano ad essere più fresche dell’ambiente circostante, l’aria al loro interno si raffredda e scende all’interno dell’edificio. Se c’è vento questa circolazione viene forzata.
Le aperture sulla sommità della torre sono disposte sempre a coppie: per ogni apertura sopravvento ce n’è una sottovento, ed una parte dell’aria che scende attraverso i canali della prima apertura risale sempre lungo i canali dell’apertura opposta.
Il sistema può essere perfezionato aggiungendo un’umidificazione dell’aria che entra nell’edificio. Questo può avvenire in vari modi: quando la parte più bassa della torre, a contatto col terreno, è umidificata dal terreno stesso, interponendo fra la torre e l’edificio servito un tunnel sotterraneo le cui pareti sono umidificate dall’acqua del sottosuolo, collocando una vasca od una fontana in prossimità dell’uscita dell’aria dalla torre o dal condotto interposto.