3. LA CASA RURALE VENETA – CLIMA TEMPERATO
Le strutture abitative che caratterizzarono la campagna veneta fino all’espansione in terraferma da parte della Serenissima Repubblica erano i Casoni. Si tratta di elementari costruzioni dirette discendenti della capanna primordiale realizzate con paglia e fango. Le pareti verticali basse e di notevole spessore erano costituite di mattoni crudi mentre la copertura era realizzata su una struttura lignea con acuti spioventi in canne palustri.
Dopo la caduta di Costantinopoli, l’espansione turca nel levante e la perdita di importanti basi marittime, le attività commerciali legate ai traffici “da mar”, che avevano fatto la fortuna di Venezia presentavano sempre maggiori difficoltà e rischi. Si assistette quindi durante il ‘400 al progressivo investimento degli ingenti capitali commerciali accumulati nel passato dai nobili veneziani in investimenti fondiari. La coltivazione della terra subì una radicale trasformazione tipologica, passando da attività di sussistenza, con produzione di prodotti destinati principalmente all’autoconsumo ad una agricoltura di mercato e di speculazione.
Anche le dimore rurali subirono una trasformazione strutturale. I nobili veneziani portarono in terraferma tipologie edilizie diverse. Accanto al casone di paglia e fango si iniziò a realizzare edifici rurali in muratura in cui lavorare e conservare i raccolti e custodire gli animali. Vennero ampliati ed innalzati i portici costituenti i barchi e le barchesse dell’azienda rurale per destinarli alla raccolta, alla cernita e ad deposito ed essiccamento dei raccolti, in particolare del granturco da poco introdotto e che ebbe immediata e rapidissima diffusione che determino profonde trasformazioni nel sistema colturale agrario, nonché nel regime alimentare delle popolazioni rurali divenendone l’alimento quasi esclusivo.
Gli elementi funzionali della casa rurale veneta cominciarono a delinearsi chiaramente dopo un secolo di dominazione veneziana, cioè verso il 500. La caratteristica fondamentale è data dal “portego” ricavato direttamente nel corpo della casa e aperto sul piano terreno con una serie di archi, quasi sempre a tutto sesto, e nei complessi più importanti, realizzati con altezze differenti a seconda delle necessità dell’apertura. Si hanno così archi di dimensioni diverse se posti di fronte all’abitazione o alle sue pertinenze o alla stalla o al fienile. Al di là di ogni motivazione estetica chiaramente risulta la pratica utilità di una struttura di tale tipo sia come elemento di protezione dall’azione del clima che come comodo spazio per il deposito e il lavoro all’aperto. Il portico può essere anche considerato come un trasferimento in terraferma degli schemi distributivi tradizionali delle abitazioni lagunari e che il signore veneziano abbia voluto così ripetere nelle case rurali dell’entroterra veneto il classico motivo pratico del grande androne passante e porticato, luogo di sosta e smistamento delle merci, che fin dalle origini aveva caratterizzato i fondaci e più generalmente l’edilizia abitativa e mercantile della serenissima.
Il clima della pianura veneta può essere classificato sicuramente come temperato anche se il problema climatico più sentito era quello del lungo e rigido inverno. L’orientazione dell’edificio è sempre lungo l’asse est-ovest in modo da presentare uno dei lati lunghi verso sud in modo da captare nel periodo invernale quanta più energia possibile. Sul fronte nord le aperture sono piccole e limitate al minimo in modo da limitare le dispersioni.
La presenza del portico permette alla radiazione solare di penetrare all’interno dell’abitazione nel periodo invernale quando il sole è basso sull’orizzonte e viceversa impedisce ai raggi solari di penetrare durante il periodo estivo con sole alto sull’orizzonte risolvendo parzialmente il problema del surriscaldamento estivo.
Un secondo elemento di protezione dalla radiazione solare è costituito dalla pergola in genere di vite sul fronte sud e a volte anche su quello ovest e est.
Ulteriore elemento di protezione dal sole estivo è il granaio sottotetto, il quale costituisce sia un elemento fondamentale nell’economia dell’azienda agricola in quanto vi viene compiuta una parte dell’operazione di essiccazione, ma costituisce anche un ambiente filtro. Ben ventilato durante il periodo estivo attraverso l’apertura delle finestre permette di allontanare gran parte dell’energia che colpisce la copertura di per se stessa poco isolata. Chiuse tutte le aperture, nel periodo invernale d’altra parte limitava le dispersioni attraverso la copertura e a questo contribuivano anche i materiali ammassati sul solaio.
Prof. Fabio Peron
Professore associato settore scientifico-disciplinare Ing-Ind 11 Fisica tecnica ambientale
Dipartimento di Progettazione e pianificazione in ambienti complessi
Università IUAV di Venezia